2019 PRIMA CLASSIFICATA
Premio Letterario “Speciale donna 2019” – ROMA
Roma. Biblioteca Rugantino Premiazione con Liana Orfei e Livia De PIetro
Recensione a cura di FULVIO TURTULICI tratta da LITERARY 2015
Prefazione del giornalista GIOVANNI MICHELE ZANGOLI
La vita è un’onda che prende e che dà. Dietro l’apparente banalità di una frase artefatta c’è tutta l’impalcatura che regge la vicenda umana, a tratti sublime a tratti implacabile, che avvolge (e travolge) la bellissima Thais e i personaggi che le ruotano attorno. Bellezza e fascino possono essere armi a doppio taglio per una fanciulla che conosce l’amore più profondo e struggente finché non diventa bramosia di possesso cinico e perverso. Amore e odio si rivelano facce della stessa medaglia, il prezzo da pagare in entrambi i casi può essere alto e il filo già sottile che unisce la vita alla morte rischia di spezzarsi. E la morte farà la sua apparizione prima che cali il sipario, improvvisa, spietata. E’ un perverso ingranaggio nel quale Thais rischia di rimanere stritolata in uno scenario che non risparmia colpi di scena, ma nel succedersi degli eventi c’è un tempo per tutto: per amare e per odiare, per perdonare i torti subiti e farsi perdonare quelli causati. Lara Swan sa toccare le corde dei suoi personaggi, positivi e negativi, come se li avesse conosciuti da vicino uno ad uno, entrando nella loro personalità, mettendone a nudo vizi e virtù.
E’ una saga dei sentimenti che spazia tra la favola e la tragedia dove nobiltà e bassezze si sfidano senza esclusione di colpi ma dove pure trapela anche in fondo alle anime più infide un barlume di umanità che fa riflettere prima di emettere sentenze sommarie. E per chi è stato vittima di soprusi e inganni la sofferenza diventa maestra di vita, capace di restituire il sorriso dopo i giorni della disperazione, dopo avere perso la fiducia nel futuro, addirittura dopo avere rinnegato Dio. E’ il destino di chi deve toccare il fondo per trovare il riscatto, la forza di risorgere. La vita rende giustizia ai giusti, si tratta di aspettare. Come l’onda che prende e che dà.
Giovanni Michele Zangoli